Quando Grivel iniziò, nel 1909, la produzione del primo vero rampone moderno su disegno dell’ingegnere inglese Oskar Eckenstein, usò il miglior acciaio che un fabbro di montagna potesse trovare: quello recuperato dalle rotaie ferroviarie, tagliate a fette e forgiate a mano.
Oggi tutto avviene più industrialmente, ma il disegno di base del rampone non è fondamentalmente cambiato se non con l’invenzione delle due punte anteriori fatta da Laurent Grivel nel 1932. Fino ai primi anni del secolo l’alpinismo di “esplorazione” sulle vette delle Alpi non richiese un attrezzo così specifico; gli scarponi infatti erano “chiodati” (la suola di gomma Vibram sarà inventata poco prima della seconda guerra mondiale) e questo era sufficiente per affrontare i pendii delle vie normali.
L’esigenza di salire le montagne per strade più difficili portò al rampone e la successiva ricerca di percorsi ancora più impegnativi richiese lo sviluppo delle dodici punte. I Superleggeri Grivel a dodici punte furono usati per la conquista delle tre montagne più alte al mondo, l’Everest, il K2, il Kangchenjunga. L’acciaio usato oggi è più duro e più resistente; ciò significa che penetra il ghiaccio con maggior efficacia e che non deve essere affilato così spesso.